Coro_Anninnora

 

L’Accademia Coro Anninora si forma alle pendici del Gennargentu, a Desulo, poco più di un anno fa. La direzione viene assunta dal giovane Federico Di Chiara, allievo del non abbastanza compianto Tonino Puddu, maestro di musica che ha lasciato un segno indelebile nella storia recente del canto polifonico in Sardegna. Il Coro Anninnora riprende tante sue composizioni originali su brani dei più importanti poeti sardi: da Don Lay Deidda, a Sebastiano Satta e Pietro Mura, privilegiando, e non poteva essere altrimenti, Antioco Casula, meglio noto come Montanaru, uno dei massimi esponenti della poesia sarda del Novecento. I ragazzi del coro si sono fatti carico di raccogliere in qualche modo parte della sua eredità letteraria e di portarla in giro per la Sardegna e non solo. All’indomani dell’edizione 2016 de La Montagna Produce – la celeberrima sagra che richiama ogni anno a Desulo centinaia di persone da tutta la Sardegna per Autunno in Barbagia, e che vede ormai tra gli appuntamenti imperdibili le esibizioni del Coro Anninora – abbiamo scambiato qualche parola con Bastiano Peddio, membro fondatore del coro e attuale presidente.

 

Per qualche anno ho fatto parte anche io di un coro polifonico e uno dei ricordi più forti è l’emozione viscerale che si prova a cantare alcuni brani in particolare, di forte impatto emotivo. Ricordo che era una sensazione molto difficile da spiegare. E credo sia una sensazione comune. È così anche per te?

Premetto che cantare in un coro polifonico costituisce un’esperienza formativa onnicomprensiva di primo livello. Le emozioni sono certamente tante e tutte ineffabili. Non è possibile raccontarle, bisognerebbe viverle. Come è nostra abitudine fare ormai da anni e anni. Cantare è prima di tutto libertà, stare bene in simbiosi con gli altri, divertimento, allegria e passione. Lasci a casa tutti i tuoi problemi, pensieri, preoccupazioni, fatiche quotidiane, e vai a condividere il tuo mondo interiore con quello degli amici. Il coro polifonico, infatti è una famiglia. Una famiglia di amici che crede nei suoi ideali e questi spesso coincidono con gli ideali della Sardegna più vera. Riteniamo la musica essere il primo veicolo di aggregazione sociale, divertimento, stare bene con gli altri, poiché ci accomuna una passione ed una missione: divertirci valorizzando l’abito tradizionale desulese e i canti poetici dei grandi del passato. Ma significa anche conoscere luoghi e persone nuove, o incontrare vecchi amici. Un bicchiere di vino, un pezzo di pane condiviso con allegria e un canto che evochi o onori la Sardegna e i suoi patrioti, non ha prezzo. Sono emozioni vive, vere, intense, quelle che ogni volta che stiamo assieme viviamo. Questa è la vera bellezza e grandezza del canto corale.

 

Molti pensano che cantare in un coro polifonico sia una cosa noiosa. Oggi però sono molti i giovani che si avvicinano a questo tipo di canto e anche nel Coro Anninora ce ne sono tanti. Che cosa diresti a un giovane per convincerlo a intraprendere questo tipo di esperienza?

Se vuoi sentirti libero, se vuoi stare bene, se pensi che le emozioni e i valori valgano ancora qualcosa, prova a cantare assieme ad altre persone. Condividi il tuo tempo e ciò che sei con gli altri. Si imparano tante lezioni di vita dall’amicizia che nasce da una passione condivisa. Se vuoi provare la gioia di sentirti nella diversità unico, poiché parte del tutto, canta. Canta. E goditi i bei momenti da trascorrere con gli altri. Dove si canta c’è sempre gente buona e ospitale.

 

A differenza di un gruppo ristretto di persone che fanno musica insieme, un coro unisce molte anime diverse. Non è altrettanto facile da gestire. Che cosa tiene unito un coro polifonico come il vostro?

La diversità è sempre una ricchezza da sfruttare. Un’opportunità, un cammino da percorrere con tante anime diverse. Il mondo è bello perché ricco di umanità. L’elemento propulsore che tiene unito un coro è l’amore per il canto. La passione per la lingua e per la cultura sarda. L’amicizia, e il volere bene perché si sta bene assieme agli altri. Condividere è sempre l’imperativo categorico che non ammette deroghe. Il tempo che offri agli altri, il dono di sé per qualcuno che ti vuole bene, è il vero dono che offri. Tutto il resto si supera assieme. Anche le difficoltà.

 

Avete già fatto delle esibizioni al di fuori della Sardegna?

Molti dei nostri vecchi coristi hanno già fatto tante esperienze con altri cori, fuori dalla Sardegna. Ma con il Coro Anninora non c’è stata ancora occasione. Aspettiamo. Il tempo sarà propizio.

 

I vostri coristi più esperti che cosa hanno portato di valori aggiunto nel vostro coro?

Sono certamente stati pilastri portanti. Hanno fornito l’esempio ai giovani e sono stati un continuo elemento di appoggio per chi cantava ex novo. Ma soprattutto hanno portato esperienza e tanta umanità che deriva dall’aver vissuto prima certe emozioni indelebili. Come aver conosciuto e cantato assieme al grande maestro Tonino Puddu, i cui insegnamenti preziosi vivono dentro di noi e non ci stancheremo mai di divulgarli.

 

Il vostro repertorio è costituito da antiche melodie popolari, di poeti Barbaricini, ma soprattutto dalle poesie di Antioco Casula, meglio noto come Montanaru. Che cosa significa per voi far conoscere i versi del “vostro” poeta, tra gli altri, uno dei più apprezzati poeti in limba della Sardegna?

Certamente Montanaru è uno dei più grandi poeti della Sardegna. Ricchissimo, da tutti i punti di vista. Divulgare significa contribuire a fare cultura, ma anche far parlare i personaggi cari, le storie e i luoghi amati dal poeta. In primis Desulo, luogo a cui lui era molto legato. Si prova una gioia grandissima nel far provare, a tante persone che leggono Montanaru, emozioni nuove che solo la musica può trasmettere. Come è altrettanto bello far conoscere il poeta a chi non ha avuto la fortuna di leggere i suoi componimenti, la cui alta caratura artistica è ormai ampiamente riconosciuta. La musica è la massima espressione di divulgazione della lingua e dei sentimenti di un popolo, in questo caso del popolo sardo e del mondo interiore dei nostri conterranei passati e presenti. E per noi lo è in particolare modo il patrimonio del grande poeta Montanaru.

 

Avete nel vostro repertorio dei brani con musiche o arrangiamenti originali, scritti appositamente per voi?

Sì, certamente. Si tratta di brani di poeti desulesi contemporanei o che rientrano nella tradizione barbaricina, i cui temi sono certamente identitari. Abbiamo in repertorio, oltre alle poesie di Montanaru, brani di Don Lay Deidda, Sebastiano Satta, Pietro Mura e anche un pezzo del sottoscritto. Mentre tutte le musiche dei pezzi del nostro repertorio sono state composte e arrangiate dal Maestro Tonino Puddu.

 

Sempre a proposito di repertorio, quali sono i vostri “pezzi forti” che emozionano maggiormente il pubblico?

Sono tantissimi perché il repertorio è vastissimo. Sicuramente, tra quelli di maggiore impatto, posso citare Est una notte ‘e luna, Anninora, Muttos a cantare, Serenada de IerruSa tia de filare. Anche se non sono gli unici.

 

Dove sarà possibile venirvi a sentire nelle prossime settimane?

Durante il periodo Natalizio faremo diverse date in giro per la Sardegna. Suggeriamo il 10 dicembre ad Alà dei Sardi e il 26 dicembre a Orani, dove saremo ospiti dei rispettivi cori locali.

 

Infine, un saluto ai ragazzi di Brincamus?

Ciao ragazzi. Sempre in gamba!

 

A cura di Simone La Croce

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Dalle pendici del Gennargentu, il Coro Anninora celebra gli alti valori del canto polifonico