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Chi sono io? Ve lo siete mai chiesti? A domande ardite urgono risposte azzardate. Luca Usai intorno a questo dilemma ci ha costruito un alter ego. E ovviamente un progetto musicale. Che si aggiunge a quelli già avviati in questi anni dal cantautore sassarese. Già, perché Luca è uno di quei – tanti a onor del vero – artisti Brincamus che convivono con l’iperattività artistica. Chi sono io? si accoda infatti a Endorfine, Meighina, Lux, Archè Musiche Popolari e Madre Terra Prog.

Per concretizzare il progetto ha deciso di ricorrere al crowdfunding, realizzato attraverso la piattaforma Musicraiser. Il traguardo prefissato è stato raggiunto e superato nei tempi previsti. La registrazione degli 11 brani, incisi in presa diretta con sola voce e chitarra, è stata curata amorevolmente da Antonio Maciocco alle Officine Musicali di Sassari.

Riguardo ai quali ha preannunciato che saranno, per lui, di “Infinita Guarigione per Corpo Mente e Anima. In realtà a noi di Brincamus ha svelato anche qualcosa di più. Che ovviamente non vi anticiperemo e che troverete in fondo a questa interessante intervista, dove ci ha raccontato anche di come è nato il progetto, degli incontri che ha fatto durante la sua carriera, della sua esperienza all’ExQ di Sassari e, ovviamente, della genesi del suo ultimo progetto “Chi Sono Io?”. Buona lettura.

 

Ciao Luca. Cerchiamo subito di mettere un po’ di ordine. Ci spiegheresti in brevissimo chi sei tu e chi è “Chi sono io”?

Ciao Simone. (Ride, ndr) “Chi Sono Io?” é quella domanda che ti porta a scoprire ciò che ancora non conosci di te stesso e che, volendo, può farti superare il limite di chi o cosa pensi di essere in un preciso momento. Tutto cambia ed evolve in continuazione, anche se spesso non ce ne accorgiamo. Ma accorgersene è spesso questione di un attimo! Ma, come ben sai, “Chi Sono Io?” è anche il nome del mio nuovo progetto solista, nato all’improvviso e quasi per necessità. Dirti chi sono io, e contemporaneamente crederci pure, sarebbe limitante. Potrei provare a raccontarti la somma delle mie esperienze a oggi oppure darti una descrizione fisica e parziale di me. Dipende da quanto tempo hai (ride, ndr). Ma sappi che se ti dicessi chi sono io in questo momento, già tra qualche minuto potrei essere un altro.

 

Hai un’attività artistica veramente molto fertile: tantissime esperienze dal vivo e collaborazioni, ti sei cimentato e ti cimenti nei generi musicali più svariati, nelle performance più variegate. Non sei il primo artista affetto da iperattività creativa con il quale interagiamo. E come ho fatto con gli altri, anche a te vorrei chiedere: non ce la fai proprio a stare con le mani in mano, vero?

Sai, è una di quelle cose che fai per necessità. Perché diversamente ne moriresti. Non ci sono mezze misure. È un flusso interno che deve riversarsi fuori a nutrire situazioni artistiche musicali e umane. Fino ad ora è andata così e mi lascerò guidare volentieri da questo flusso finché vorrà.

 

Nel tuo piccolo hai condiviso il palco con parecchi importanti musicisti di fama nazionale, come Tre Allegri Ragazzi Morti, Giorgio Canali, John Spencer Blues Explosion, Negrita, Nina Zilli e Francesco Renga. Quale di queste esperienze ti ha segnato di più e perché?

Già. Molte delle esperienze che hai citato sono capitate con i Lux quando, con Proteggimi, vincemmo – inaspettatamente – l’Unione Sarda Special Contest. Furono giorni di fuoco e suonammo prima a Videolina poi in Piazza dei Centomila a Casteddu. Da vincitori assoluti finimmo sul palco di Mondo Ichnusa ma il primo vero concerto importante fu Abbabula a Sassari nel 2010, dove aprimmo per i Tre Allegri Ragazzi Morti, con i quali capita ancora di incrociarsi quando sbarcano sull’isola. È stata una bellissima esperienza e loro son stati talmente toghi che, dopo aver cenato con noi, abbiamo passato la notte in giro insieme. Poi ci sono stati Paolo Benvegnù e Giorgio Canali, gran lupi di vita. Ricordo con grande piacere anche Edda e la sua introspettivitá graffiante e agrodolce, mista a una forte spiritualità che non ha potuto fare a meno di trasmettermi. Il suo approccio naif ai drammi familiari ha ispirato anche uno dei brani del disco che tratta il tema della famiglia.

 

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Foto di Barbara Oggiano

 

Con l’associazione Archè Musiche Popolari hai organizzato la seconda edizione del Piccolo Festival del Cantautore, lo scorso ottobre a Sassari, di cui anche noi di Brincamus siamo stati partner e del quale abbiamo già diffusamente parlato. Qual è lo stato di salute del cantautorato in Italia e in Sardegna?

Ti farei parlare con Pibus Antonio Abotto, ex trafficante di dischi, speaker ed etnomusicologo. Allo stesso tempo un’enciclopedia e una discoteca vivente, uno che non va molto per il sottile. È lui che ha scremato le adesioni ascoltando le tracce inviate dai partecipanti al festival. Quello che abbiamo cercato di fare è stato promuovere tutto quello che, a nostro avviso, andasse al di là del già sentito e che mostrasse coraggio di osare. E anche tra i 9 selezionati per le tre serate del festival, la giuria – composta da musicisti e giornalisti, con la partnership ufficiale delle Ragazze Terribili – tende a premiare il più innovativo.

Riguardo la situazione del cantautorato in Italia sinceramente non saprei che dirti. Ci sono cose che mi piaciucchiano e altre meno. In questo momento non ascolto nessuno. Sono molto concentrato sulla scrittura e sulla produzione. In passato mi son piaciuti molto diversi cantautori, per lo più con i loro primi lavori. Poi colgo una stasi dell’ispirazione e perdo interesse.

 

Dalla tua biografia leggo che sei anche stato membro attivo del collettivo di artisti ExQ di Sassari, un’esperienza molto importante per la Sardegna tutta. Per quello che è stato fatto e per il modo in cui è stato portato avanti. Che cosa ha rappresentato per te quella esperienza e in che modo si è intrecciata con il tuo percorso musicale?

Io sono stato una delle prime anime a calcare l’orma. C’ero il primo giorno e ci sono stato l’ultimo. L’ExQ è stato una scuola di vita a tutti gli effetti, dai rapporti umani e di convivenza durante l’occupazione, fino a tutti gli aspetti organizzativi per renderlo un luogo attivo e pulsante. Relativamente ai miei progetti, posso dirti che all’ExQ, insieme ad altri musicisti scegliemmo e allestimmo una sala prove per Lux, dalla quale uscirono ben 3 dischi, 13, Menomale e buona parte delle prove per Elohim. Lì preparammo tutti i concerti oltre ai reading con scrittori, come Gianni Tetti, Lalla Careddu e Giuseppe Cristaldi, attori, poeti, come Sergio Garau e Luana Farina, e tanti altri.

 

Ma veniamo alla tua ultima fatica. Il crowdfunding per il tuo album solista – Mi Dispiace, Mi Perdono, TI AMO, GRAZIE! – si è appena concluso. Sei riuscito nell’intento di superare la soglia minima che ti eri prefissato. C’è chi nel crowdfunding vede la nuova frontiera per l’avvio di progetti indipendenti dal basso e chi lo rinnega in quanto mortificazione del lavoro di artista. Tu come la vedi? Per te che esperienza è stata?

Per me è stata una piccola, grande e fantastica avventura. Si è rivelato il modo migliore per condividere questo progetto con più persone possibili, soprattutto con chi, in qualche modo e per qualche ragione, ho avuto il piacere di incontrare, artisticamente e non, nella mia vita. Il bello è stato proprio interagire con loro, renderli partecipi di questa iniziativa e raccontandomi sinceramente e senza pretese. Devo dirti che ogni giorno era un’incognita e quando arrivava anche solo un feedback, positivo o negativo che fosse, era un vero piacere. E così è stato fino all’ultimo giorno di campagna. Credo che Musicraiser sia un’ottima opportunità per chi ha un progetto: oltre a dare visibilità nazionale, è anche un modo per metterti in gioco e comprendere come, dove e a chi si può arrivare con la propria musica.

 

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Foto di Francesco Depau

Sulla pagina del progetto su Musicraiser hai definito le tracce che andrai a realizzare “Immediate, a volte Ruvide, a volte Dolci e Intimiste, a volte Ironiche e Coraggiose, Ribelli ma soprattutto, almeno per quanto mi riguarda, di Infinita Guarigione per Corpo Mente e Anima”. Ci puoi dire qualcosa di più, che so, sulle musiche, sui suoni che ci troveremo?

Posso senz’altro dirti che Mi Dispiace, Mi Perdono, TI AMO, GRAZIE! è stato registrato da Antonio Maciocco alle Officine Musicali di Sassari, tutto con voce e chitarra in presa diretta. Il suono è quello della mia Ovation acustica, così tipicamente metallico-ferragliosa. Ho utilizzato pochissimi effetti per la voce. Tutte le dinamiche sono date dall’interpretazione di quel preciso momento delle varie fasi di registrazione. Il resto lo lascerò dire a chi avrà la possibilità di ascoltarlo.

 

La campagna si è conclusa il 1 marzo 2017. Sai che ha contributo anche Brincamus e che ci aspetta il Mini Live Online? Quali sono le tempistiche ora per vedere, toccare con mano e ascoltare il tuo album?

Sì, ho visto. Che figata! Grazie ragazzi! Per il live in diretta online aspettatevi di tutto perchè non ho ancora idea di cosa potrà venirne fuori (ride, ndr)! I tempi sono ormai maturi. Non appena arriverà il bonifico da Musicraiser, partiremo con la stampa e le consegne, che inizieranno sicuramente dopo il 20 marzo.

 

Mentre per vederti live con qualcuno dei tuoi innumerevoli progetti?

In questo momento sono concentrato completamente su Chi Sono Io?. Mi propongo in lungo e in largo, on the road dischi alla mano. Qualche house concert è stato già acquistato tra Cagliari e Sassari. Spero di trovare a brevissimo un agente onesto e fidato che si occupi del booking. Con progetti come ArchéMTP3IO succede spesso di essere chiamati all’improvviso, fare tre prove e andare a suonare. Presto inizieremo a lavorare anche al prossimo album dei Lux, per il quale abbiamo già qualche pezzo. Mentre con “Chi Sono Io?” sono stato invitato e sarò presente il 19 marzo a Portoferro, vicino ad Alghero, per #giùlemanidaportoferro, un’importantissima iniziativa creata da un collettivo per bloccare la realizzazione di uno stabilimento balneare in un luogo che, per sua natura, deve rimanere selvaggio e incontaminato.

Poi ho in mente un piccolo incontro a Sassari, al Café 1903, per consegnare a mano le “ricompense” ai raisers più vicini, con i quali mi piacerebbe fare una chiacchierata mangiucchiando e bevendo qualcosa in convivio. Scriverò le dediche, li ringrazierò uno per uno e suonerò anche qualcosa. Comunicherò la data precisa a brevissimo.

 

Infine ti va di porgere i tuoi saluti ai ragazzi di Brincamus?

Ma certo! Tantissimi saluti a tutti voi che vi prodigate per far salpare la musica made in Sardinia oltre mare!

 

 

A cura di Simone La Croce

Foto di copertina di Barbara Oggiano

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I dubbi amletici di Luca Usai sul suo nuovo progetto “Chi sono io?”