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Partiamo dalla fine. fROOTS – Folk Roots Magazine, prestigiosa rivista inglese dedicata al mondo del folk, ha messo in palio anche il CD Brinca fra i 100 dischi per i vecchi e i nuovi abbonati che parteciperanno al concorso a loro dedicato, e che scade il prossimo 31 gennaio.

 

Ai Brinca fROOTS aveva dedicato una recensione nel numero di ottobre.

Parlando di Paride Peddio e Jonathan Della Marianna, Vic Smith dice: “Il loro suonare insieme porta con sè il meglio del vecchio e del nuovo. I due artisti sono giovani e hanno appena iniziato ad avere un impatto più forte sulla scena musicale della loro isola, portandosi dietro tutta la vitalità e lo spirito d’avventura che ti aspetteresti da musicisti come loro, tuttavia è chiaro che sono immersi nell’amore per la loro tradizione e non trovano affatto necessario introdurre alcune influenza esterna al loro stile”.

Sempre fROOTS qualche mese fa aveva utilizzato il brano Femminas bellas – tratto dal loro album e cantato da Carlo Crisponi – per la compilation riservata ai lettori, canzone che era stata inoltre trasmessa anche nella webradio del giornale nel mese di ottobre.

 

brinca_albumMa le recensioni dedicate al primo disco della band folk sarda – formata oltre che da Paride Peddio all’organetto e Jonathan Della Marianna alle launeddas, anche da Federico Di Chiara alla voce, Davide Pudda alla chitarra – a cui si è aggiunto recentemente Mauro Conti alle percussioni – sono state davvero tante, e non solo su stampa locale o nazionale, ma su riviste di tutto rispetto nel panorama folk internazionale.

Del disco – che contiene dieci brani di musica tradizionale riarrangiati, per un’ora di musica folk da ballare ma soprattutto da “brincare”, e che vede tra gli ospiti due “big” come Elena Ledda e Beppe Dettori – aveva parlato La Nuova Sardegna all’indomani della sua pubblicazione per Felmay edizioni: “Ogni ballo viene riletto in modo nuovo e originale con arrangiamenti che esaltano il grande talento dei musicisti”.

Ricordando che Paride Peddio è il nipote del “grande” Bengasi, su L’Unione Sarda del 29 maggio 2016 scrive Giacomo Serreli, a proposito dello stile originale che emerge dal primo disco dei Brinca: “I molteplici omaggi a Bengasi, anche nel ripescare suoi testi, suonano come un tributo a chi ha avuto il merito di indicare una strada che Paride Peddio e Jonathan Della Marianna dimostrano di non voler abbandonare, ma guardando con fiducia anche oltre, respingendo chiusure e non disdegnando modernità e rinnovamento”.

Nel numero di giugno di Blogfoolk, Gianluca Dessì attribuisce un ruolo centrale proprio al nipote di Salvatore Peddio: “Nel disco è la figura di Paride Peddio che si ritaglia il ruolo di protagonista; preciso ritmicamente e originale nelle figure melodiche, nonché nell’armonizzazione (vedi le progressioni di Passu Torrau), virtuoso ma mai debordante come invece spesso capita a chi sa di essere molto bravo, è attorno a lui che si costruisce tutta la struttura del sound dove tutti gli altri attori in campo, gli strumenti di Jonathan Della Marianna in primis, poi l’accompagnamento della chitarra e le voci degli ospiti, hanno sempre una parte comunque imprescindibile”.

 

A partire dall’estate iniziano a susseguirsi recensioni anche su testate internazionali, fra le quali a rivista belga Le Canard Folk, che inserisce Brinca fra i dischi del mese: “Non c’è bisogno di comprendere il dialetto, nulla c’impedisce di apprezzare completamente questa musica originale, vivace, capace di richiamare bene la tradizione”.

Nella rivista inglese Mustrad, Rod Stradling dedica ai Brinca la sua recensione di luglio: “Questa musica è fatti di canti popolari e melodie da ballo al di fuori della tradizione orale, riproposta da musicisti moderni per un pubblico moderno – ma qui non si sente alcunché di pop, rock, drum’n’bass, rap o qualsiasi altro genere. Sorprendentemente, in realtà – se si vuole parlare di musica che dà emozioni – non c’è bisogno di aggiungere nulla per renderla più emozionante! E’ piuttosto difficile descrivervi quello che [Paride Peddio e Jonathan Della Marianna] hanno fatto per rendere questa musica piacevole alle orecchie moderne, ma ce l’hanno fatta!”.

Folker5_09_10_2016Mentre nel mese di settembre compaiono sulla copertina della rivista tedesca Folker, a ottobre vengono recensiti anche sul numero 121 di Songlines da Jon Lusk: “E’ un vero peccato che la ricca e vibrante tradizione musicale sarda non sia conosciuta meglio a livello internazionale. Ma chiunque non abbia ancora avuto sentore di come i giovani musicisti sardi abbiano rinvigorito la loro stessa scena musicale potrebbe cominciare a “saltare” direttamente con questo riuscitissimo debutto di 2 fra i 5 migliori esponenti di strumenti tradizionali sardi”.

Su Lineatrad Loris Bohm scrive: “La voglia di ballare è tanta, per chi lo sa fare, in ogni caso per gli altri resta quella sensazione di allegria e spensieratezza che solo pochi interpreti della tradizione riescono a infondere nell’ascoltatore”.

Su gdm, Il Giornale della Musica, Guido Festinese dedica ampio spazio agli ospiti, come del resto fanno anche tante altre recensioni: “La scelta è stata saggiamente orientata per un suono puramente acustico, molta cura riservata agli ospiti per le parti vocali, dal sapore incantevolmente atavico: la prima menzione va per una strepitosa Elena Ledda, che sfodera il velluto scuro dei suoi armonici vibranti, la seconda per Beppe Dettori. Ma negli altri brani trovate il fascino di “nuove” antiche voci, se ci passate la contraddizione solo apparente: quella di Federico Di Chiara, gran esecutore di ballo cantato, e indiavolato armonicista, e quella di Carlo Crisponi. Davide Pudda, specialista di chitarra sarda aggiunge tocchi virtuosistici sul tipico ‘Canto in re sardo’, danzando sulle corde con grazia affollettata”.

Recensione anche su Blow Up, dove a proposito dell’attualizzazione della tradizione presente nel disco si legge: “Si continua a danzare anche trasferendosi in Sardegna, dove le ultime generazioni sono pronte a prendere il posto dei padri. Peddio e Della Marianna dimostrano di possedere sia la conoscenza del patrimonio avito sia la giusta sfrontatezza (l’armonica western di Adios a Nugoro)”.

 

Per concludere, vi consigliamo di diventare lettori di fROOTS per poter partecipare al concorso che mette in palio anche il disco dei nostri Brinca. O se lo volete acquistare più facilmente lo potete trovare su Felmay.it

 

Complimenti ai nostri musicisti e in bocca al lupo per un nuovo anno pieno di soddisfazioni!

 

A cura di Sara Carboni

Traduzioni a cura della redazione

 

 

Brinca: pioggia di recensioni positive in tutto il mondo per il primo disco folk della band
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