IMG_4816

Si è svolta lo scorso venerdì 5 maggio, presso La Feltrinelli Point di via Paoli a Cagliari, la presentazione del secondo lavoro del cantautore Flavio Secchi. Affiancato dall’amico e addetto stampa Simone Cavagnino, Flavio ha raccontato, in un’atmosfera leggera e distesa, la genesi di Parole per chitarra. Tra le oltre cinquanta persone che hanno riempito la sala e i protagonisti dell’evento il ghiaccio si rompe in fretta. La presentazione perde subito l’ufficiosità che spesso caratterizza questo genere di eventi, assumendo ben presto i caratteri di una chiacchierata informale tra amici. Un racconto a cuore aperto sul come sono andate davvero le cose che ha restituito in maniera più genuina i retroscena dietro il lavoro del cantautore.

Dopo l’esordio in autoproduzione del 2013, Flavio Secchi & the Hall Kitchen, tante cose sono cambiate, come hanno ripetuto più volte entrambi. Sia nel mercato musicale sia nelle sue emergenze espressive. Ed è forse questa la ragione principale che lo ha spinto a proporre, in luogo del classico disco musicale, un album e un libro di prose. Due prodotti complementari che, nelle intenzioni dell’autore, si compensano e si sostengono vicendevolmente, rendendone più fruibile l’accesso e la comprensione.

I 9 brani contenuti nel disco sono stati scelti tra i 30 portati dal musicista al Metropolitan Studio di Monserrato, e già questo la dice lunga sul lavoro di editing artistico subito dall’album, che ha portato a un risultato essenziale, asciutto, con pochi fronzoli e tanta urgenza comunicativa. Lavoro di sintesi sempre arduo per un musicista, che ha trovato nel produttore cagliaritano Massimo Satta, già collaboratore di musicisti del calibro di Mogol, Renato Zero, Alex Baroni e Lucio Dalla, una spalla solida e affidabile.

 

IMG_4813_

 

Il disco è stato poi pubblicato dall’etichetta La Compagnia di Donida, mentre Dalia Servizi Editoriali ha accolto con piacere la voglia improvvisa che, in itinere, ha portato Flavio a non accontentarsi più delle “sole” canzoni e a cercare nuovi canali per esternare quanto accantonato negli anni trascorsi dall’esordio. L’animo autoriale ha finito così per prendersi il suo spazio. E forse anche per questo durante la presentazione, più che alla musica, si è dato maggior spazio alle parole. Sia quelle dei protagonisti, che più di una volta hanno saputo strappare grasse risate al pubblico in sala, sia quelle contenute nel libro che accompagna l’album. Anche se, a onor del vero, quale dei due lavori accompagnasse l’altro non è stato mai svelato in maniera chiara e convincente. A dimostrazione del fatto che sono verosimilmente risultati differenti dello stesso processo creativo e delle necessità che lo hanno spinto a emergere.

Il compito di presentare alla platea i contenuti del volume è stato affidato all’attore Stefano Raccis, che ha rallentato i ritmi dell’evento con diverse letture accompagnando il pubblico nell’intimità delle parole del cantautore. Il libro è una raccolta di prose e non di poesie perché, come ha tenuto a sottolineare Flavio, più immediate di queste ultime e si prestano maggiormente al racconto, vero filo conduttore del progetto. Racconti di vita sulle emozioni, le paure, i sogni, ma anche le cose, gli oggetti e il quotidiano che tutti ben conosciamo ma di cui pochi poi riescono a parlare in musica. Racconti spontanei, veri, perché come ha detto Flavio “Quando si scrive ci si libera delle cose e funziona davvero solo quando dici la verità”. Tra questi anche Il Perditore di Treni, che gli è valso nel 2015 la medaglia di bronzo al IV Premio Internazionale di Letteratura “Alda Merini”.

Intimismo e introspezione ma tutto molto poco cervellotico, un immaginario fatto di cose semplici in piena visione pop. Accessibile come la musica dell’album, di stampo cantautoriale sulle orme dei grandi narratori musicali, onirici e stralunati, come i Dalla e De Gregori del famigerato tour Banana Republic. Ed è proprio con la chitarra al collo che Flavio conclude questa presentazione fatta di parole. Con le note di Pelle di diavolo da un assaggio musicale della sua vera essenza di cantautore e rimanda tutti al giorno successivo, durante il quale ha presentato al Fabrik l’album on stage, con Gianmarco Diana al basso, Sergio Lasi alla batteria, Alessio Sanna alle tastiere e Massimo Satta alle chitarre e lap steel.

 

A cura di Simone La Croce

© Riproduzione riservata

 

“Parole per chitarra”, il nuovo disco-libro di Flavio Secchi