Claudia-Crabuzza

Alghero è una città decisamente singolare, esclusiva nel senso letterale del termine; crocevia di storie e di culture, è catalana di appartenenza e città del mondo per vocazione. Tra le vie del centro, le mura, le torri e i Bastioni sul mare, i nasi sensibili possono respirare atmosfere di altri luoghi e altri tempi; è Sardegna e non lo è, una delle tante isole nell’isola, ma con qualcosa in più. Già questo basterebbe a spiegare la musica di Claudia Crabuzza, nata e cresciuta ad Alghero, che queste atmosfere è stata sapientemente in grado di trasferirle in parole e musica. Dagli esordi con i Chichimeca alla produzione di Com un soldat, il suo ultimo lavoro solista interamente in Catalano, sono passati quasi quindici anni, durante i quali ha portato la profondità della sua voce in giro per l’Europa, mettendola a disposizione di una grande varietà di progetti e di musicisti (Tazenda e Parto delle Nuvole Pesanti tra tutti), e mescolando con consapevolezza passione civile e ricerca musicale. Com un soldat è stato appena dato alle stampe, dopo una vittoriosa campagna su Musicraiser e noi di Brincamus l’abbiamo incontrata per farci raccontare com’è andata.

 

Ciao Claudia, potresti raccontarci brevemente il percorso che ti ha portato dai Chichimeca alla concezione di Com un soldat?

Non me ne sono accorta ma il percorso è stato lungo e intenso. Quindici anni e tre dischi con i Chichimeca (con cui continuo a cantare), di felice condivisione di un nome e di un progetto, poi mi son trovata un mucchietto di pezzi scritti in algherese, il mio compagno, Fabio Sanna, un po’ per gioco li ha musicati e non ho avuto dubbi sul fatto che questa volta erano pezzi solo ‘miei’ che avrei presentato col mio nome. E’ arrivato il momento in cui mi permetto di uscire completamente allo scoperto, con le mie forze, anche perché racconto un mondo che è intimamente femminile e mio.

 

E Com un soldat che disco è?

Com un soldat è un disco femminile. Il cuore è la maternità, quella mia con le canzoni dedicate ai miei tre figli maschi e quella universale della madre Terra a cui ho dedicato Mare antiga, di cui è da poco uscito il video. Ci sono due canzoni dedicate a due mie donne amate: donne-modello che mi hanno accompagnato sino a qui, Frida Kahlo e Lhasa de Sela. C’è un omaggio a Bianca D’Aponte, cantautrice aversana di cui ho interpretato una bellissima ninna nanna che parla della tragica storia di una donna che uccide sua madre. Com un soldat parla della fragilità, della paura che ti blocca e non ti lascia respirare, ma con un arrangiamento che invita a ballare, suggerendo che della paura si può ridere per liberarsi. Anche questa credo sia un’attitudine decisamente femminile. È un disco che raccoglie la mia spiritualità, tutto ciò che riempie la mia vita e che difendo.

 

Come mai la scelta di un fare un disco interamente in catalano?

L’idea di scrivere in algherese fa parte di questa visione molto intima, avevo il bisogno di lavorare con la lingua della mia storia, di utilizzarla perché la sento come un dono in più, una ricchezza da non tralasciare. Sono convinta che non sia una barriera ma al contrario una porta aperta su altre terre, altre culture vicine e lontane. Il disco stesso è pubblicato dall’etichetta catalana Microscopi e si trova in vendita in tutti i negozi della Catalogna.

 

Per la realizzazione ti sei appoggiata alla piattaforma di Musicraiser. Il crowdfunding instaura un rapporto particolare tra un musicista e il suo pubblico, o comunque chi intende sostenerlo. Quali sono stati i feedback e com’è andata la tua raccolta da questo punto di vista?

Il crowdfunding è una delle rivoluzioni che la rete ha reso possibili. Vieni sostenuto se quello che proponi ha un pubblico o qualcuno disposto a pagarti in anticipo per realizzarlo. E poi crea un rapporto con il pubblico immediato e coinvolgente. E’ stata una bella soddisfazione, sia sul piano economico, visto che ha coperto metà delle spese di produzione, sia su quello umano, con 112 persone che mi hanno sostenuto e mille che hanno condiviso e diffuso la mia campagna.

 

Questa forma di finanziamento partecipato e ricercato, ha consentito a tanti gruppi di realizzare i loro progetti ma è stata anche fortemente criticata da qualche addetto ai lavori, definendole “pietose collette”, “assurde e tristissime follie” e scorciatoie per “investire ancora meno sulla propria musica”. Tu che idea ti sei fatta a riguardo?

Penso esattamente l’opposto. In un momento di forte crisi e trasformazione dell’industria musicale, il crowdfunding permette a chiunque con un buon progetto di non dover aspettare l’elemosina (quella vera) che è spesso un contratto discografico, con clausole capestro e nessuna libertà. Al contrario, il crowdfunding, può unire piccole forze che arrivano anche da sconosciuti. Non so chi sia l’autore di questa sentenza ma bisognerebbe ricordargli che Obama grazie al crowdfunding è diventato Presidente degli Stati Uniti!

 

L’album è già stato inciso e spedito ai raisers. Ora come hai intenzione di muoverti? Hai già deciso come portarlo in live e da chi ti farai accompagnare?

Mi accompagneranno Antonio Pitzoi alla chitarra e Felice Carta al piano elettrico e programmazioni.

Sarà un live intenso pieno di suono, con alcuni omaggi alla mia storia con i Chichimeca e ad alcuni autori che amo. Lo vedo come un live da proporre a volumi sostenuti, anche se l’abbiamo già sperimentato in situazioni più raccolte con ottimi risultati.

 

Hai intenzione di presentarlo anche fuori dalla Sardegna?

Certo, spero ci siano molte occasioni, in Sardegna ma, essendo scritto in catalano di Alghero, anche in Catalogna. E in ogni caso, dovunque ci sia qualcuno che lo voglia ascoltare.

 

Chi non ha potuto contribuire al crowdfunding ma volesse sostenerti, come potrebbe farlo?

Può comprare il disco ordinandolo direttamente alla mia pagina facebook o scaricandolo in qualunque piattafoma digitale. Ascoltarlo e farlo girare, questa è la migliore ricompensa.

 

Intervista a cura di Simone La Croce

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PER SAPERNE DI PIÙ SU CLAUDIA CRABUZZA

>> La scheda

 

Claudia Crabuzza, dai Chichimeca al suo primo disco solista “Com un soldat”
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