Silvia Eremita Avatar

Ministri, Amari, Il Genio, Pan del Diavolo, Management del Dolore Post-Operatorio, Fast Animals & Slow Kids e Zen Circus sono solo alcuni dei nomi che negli ultimi quindici anni hanno beneficiato, in un modo o nell’altro, della visibilità offerta da un festival come Arezzo Wave, che, evidentemente, nonostante il calo di popolarità (e di risorse) rispetto ai fasti degli anni ‘90, continua a rappresentare un punto di riferimento importante per la musica emergente in Italia. Quest’anno, a vincere il contest Arezzo Wave Band Sardegna, le selezioni regionali del festival, è stata la cantante Silvia Eremita, che con la sua band ha proposto i brani del loro EP d’esordio Goblin. La cantante olbiese si è così guadagnata l’opportunità di esibirsi il 2 luglio 2016 sul palco del Festival, che quest’anno festeggia i 30 anni, durante la tre giorni che si terrà a San Giustino Valdarno (Arezzo). Noi di Brincamus, prima di volare ad Arezzo per darle tutto in nostro supporto, l’abbiamo incontrata per farci rivelare qualcosa di più sulla sua proposta musicale e sul futuro di questo progetto.

 

Ciao Silvia, ci riveleresti come si vince l’Arezzo Wave Band Sardegna?

Non credo ci siano né una formula magica né una ricetta giusta. Al momento della premiazione non ci sembrava vero. Credo che l’esibizione dal vivo sia stata un punto a nostro favore: la grinta dimostrata durante l’esibizione, l’energia dei brani e la nostra presenza sul palco, pare abbiano impressionato la giuria e ci abbiano permesso di arrivare alla vittoria.

 

Come si sono svolte le selezioni? La giuria di qualità da chi era composta e su cosa focalizzava la sua attenzione?

Tra i partecipanti alle selezioni sono stati scelti circa trenta gruppi e artisti in tutta la Sardegna. Di questi, sedici sono stati selezionati per la fase eliminatoria che prevedeva quattro serate dislocate tra Cagliari, Iglesias e Sassari, durante le quali sono stati scelti i semifinalisti. Le semifinali si sono svolte a Cagliari, al Republik, mentre la finale al Corto Maltese, in gara con altre tre band molto forti (Logrind, Ezechiele 25.17 e Sanchez, ndr). La giuria era capitanata da Moreno Arca, organizzatore del festival in Sardegna, al quali si sono affiancati, di volta in volta, diversi “addetti ai lavori” locali.

 

Nonostante Arezzo Wave non sia più uno dei festival più incisivi d’Italia, come lo è stato sicuramente negli anni ’90, dall’alto dei suoi 30 anni di storia ha comunque ancora un certo appeal e il suo nome attira molte band e un pubblico attento. In Sardegna tu e la tua band siete stati premiati in mezzo a oltre 100 gruppi, emergenti e non. Perché credi che abbiano premiato te, in mezzo a finalisti molto vari e altrettanto validi? Cosa credi di aver proposto, in più o in meglio, rispetto agli altri?

Probabilmente l’originalità e la ricerca musicale. Stiamo cercando di portare avanti un progetto non semplice, pop-rock-elettronico cantato in italiano con qualcosa di diverso e di piacevole all’ascolto, evitando di strafare e scadere nel “già sentito”. Non sono particolarmente attratta dalla ricerca di suoni e motivi complessi o articolati. Fondamentale credo sia stato anche l’apporto dei tre “pezzi da novanta” che suonano con me, i quali, oltre all’esperienza, hanno messo una buona dose di creatività nella composizione dei brani e di potenza durante le esibizioni live.

 

Ti presenti come solista e ti fai accompagnare da una band di ottimi musicisti. Come sono nate le canzoni presentate durante le selezioni e confluite nell’EP Goblin? Chi compone le musiche e chi scrive i testi?

Il progetto nasce quattro anni fa da una mia urgenza di creare qualcosa di nuovo. Avevo già qualche idea ma non era sufficiente. Necessitavo di musicisti che condividessero questa mia esigenza. Inizialmente ho lavorato con Enrico Bonacossa e Alberto Monaco, con cui ho prodotto qualche brano, pubblicato poi sul web. Loro principalmente si sono sempre occupati di comporre musiche e testi – in particolare Alberto – mentre io ho gestito le melodie e lavorato, in seconda battuta, sulle parole. Dopo qualche anno abbiamo capito che il progetto poteva diventare qualcosa di più e ci siamo messi alla ricerca di un batterista che ci accompagnasse dal vivo: abbiamo così collaborato con Paolo Addis, prima, e Luca Folino poi. Luca è diventato il nostro batterista in pianta stabile e ora partecipa attivamente anche alla stesura dei brani.

 

È ancora sempre complicato proporsi come solista donna o è un’idea finalmente superata nel panorama musicale italiano e sardo?

Se sia un’idea superata non saprei dire. Me lo auguro ma un po’ di maschilismo lo si trova sempre in questo settore. Si tende a vedere, di primo impatto, la cantante come interprete di canzoni neo-melodiche e non come produttrice e autrice di canzoni pop rock. E credo che questo succeda tanto nella nostra regione quanto nel resto d’Italia. So per certo che all’estero, invece, c’è molto rispetto e ammirazione per il lavoro femminile in ambito musicale.

 

Hai dei modelli di musicista o di interprete a cui fai riferimento e ai quali avete attinto nella realizzazione del disco?

L’album Goblin è interamente dedicato a David Bowie, mia fonte di ispirazione da sempre. Faccio sempre i conti con la mia breve esperienza musicale e con il tempo che ci vorrà per affermarmi come desidero realmente, ma avere come ispirazione lui mi è di grande aiuto. Le musiche sono venute fuori grazie all’apporto di tutti gli altri componenti, risultando un bellissimo mix delle variegate influenze musicali di ognuno.

 

Al momento hai pubblicato con la tua attuale band un solo EP. È il preludio a qualcosa di più impegnativo?

Mi auguro proprio di sì. Abbiamo già composto nuovi pezzi che verosimilmente entreranno a far parte di una nuova produzione, spero il prima possibile. Ognuno di noi ha un proprio lavoro da portare avanti, per cui i tempi di creazione saranno dilatati, ma sentiamo di avere in questo momento una bella spinta e una buona dose di verve, per cui sfruttiamo la scia e speriamo che porti a qualcosa di nuovo e appagante.

 

Bene, te lo auguriamo di cuore anche noi. In bocca al lupo!

Grazie. Speriamo di rappresentare al meglio la Sardegna e la grande famiglia di Brincamus.

 

Intervista a cura di Simone La Croce

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PER SAPERNE DI PIÙ SU SILVIA EREMITA

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Col suo album d’esordio “Goblin” Silvia Eremita ha vinto l’Arezzo Wave Band Sardegna