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Nel 1971 un gruppo di sardi si trasferisce nel Magentino, come tanti in quegli anni nel nord Italia, per cercare lavoro. E come tanti sentono forte il bisogno forte di integrarsi fin da subito nelle comunità di arrivo, di non restare esclusi dalle dinamiche sociali e, anzi, di costituirne parte attiva e contribuire così al loro sviluppo. Nasce così l’Associazione di promozione sociale e il Circolo Culturale Sardo “Grazia Deledda”. Il circolo diventa da subito centro di aggregazione per i tanti immigrati sparsi nel territorio e l’integrazione passa inevitabilmente attraverso il “filtro” della cultura madre. L’integrazione attiva diventa così, in maniera del tutto naturale, il fine e il mezzo attraverso il quale farsi promotori del patrimonio culturale della Sardegna. Enogastronomia, turismo, musica e arti in generale si rendono così protagoniste di questa mission e il circolo, durante tutto l’anno, richiama a se migliaia di persone con una miriade di eventi, mai fini a se stessi ma sempre finalizzati a obiettivi di solidarietà sociale. Ne abbiamo parlato con Valter Argiolas, attuale presidente del Circolo Culturale Sardo Grazia Deledda. Buona lettura.

 

Ciao Valter. Ci racconteresti qual è la mission del Circolo Culturale Sardo Grazia Deledda, del quale sei presidente? Com’è nato il circolo e cosa vi proponete di fare?

L’Associazione nasce nel 1971 da un gruppo di sardi residenti nel magentino, con l’obiettivo di contribuire all’inserimento nella realtà locale degli immigrati sardi di allora, partiti alla ricerca di lavoro. Con il passare degli anni le esigenze sono cambiate e oggi l’Associazione si dedica alla promozione della Sardegna e alla valorizzazione del patrimonio, delle tradizioni e di tutto ciò che la nostra terra offre, dalla cultura all’enogastronomia, dal turismo alla musica e all’arte, con particolare attenzione al sociale e ai rapporti con enti e realtà del territorio del Magentino e dell’Abbiatense in cui operiamo. Le nostre attività sono volte a coinvolgere e ad essere coinvolti nella realtà sociale e culturale della comunità dove viviamo.

Da tempo, nelle nostre manifestazioni si esprimono e si confrontano realtà diverse, così come i nostri progetti prossimi futuri sono improntati alla riscoperta dei valori culturali e dei grandi personaggi della Sardegna. Intendiamo promuoverne le risorse turistiche e agro-alimentari, realizzare progetti di solidarietà, di volontariato, di sostegno alla ricerca e alle persone, dando grande importanza ai valori etici e morali insiti nelle tematiche sociali più attuali e coinvolgendo i giovani, dando loro la possibilità di esprimersi. L’Associazione, inoltre, continua ad essere luogo d’incontro fra i sardi e amici della Sardegna, svolge un continuo servizio di informazione ai soci e di bigliettazione diretta da e per la Sardegna, promuove i prodotti tipici della nostra terra, e organizza tour per la Sardegna.

 

Quali sono le attività prevalenti del circolo durante l’anno?

La programmazione annuale tocca diversi ambiti e nell’organizzazione delle iniziative cerchiamo sempre di coprire tutte le sfere di azione del Circolo, con un’attenzione particolare per la cultura. Negli anni abbiamo ospitato personaggi e progetti importanti, come gli scrittori Salvatore Niffoi e Flavio Soriga, o la mostra “Il popolo di bronzo” in collaborazione con biblioteche, istituzioni e associazioni locali, giusto per citarne alcune. Arte e spettacolo non mancano: a Magenta abbiamo un bellissimo teatro in cui abbiamo fatto esibire Paolo Fresu e importati compagnie teatrali, affrontando anche temi quali la violenza di genere. Un altro progetto importante è Sardegna Solidale, avviato da qualche anno, che prevede diverse iniziative di raccolta fondi a sostegno di progetti sociali individuati di volta in volta sul territorio, ma anche per aiutare le popolazioni colpite da fenomeni quali terremoti o alluvioni. Poi c’è il filone della promozione enogastronomica, con diverse iniziative durante tutto l’anno, atte a promuovere i prodotti tipici sardi con degustazioni e presentazioni di prodotti selezionati.

 

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A proposito di enogastronomia, tra le varie vostre attività molto interessante mi è parso il Progetto “Sarda Tellus” – “Immagini, profumi, sapori e bonta’ di Sardegna”, durante il quale vengono fatte delle degustazione di birre artigianali sarde. Ce lo potresti raccontare più nel dettaglio?

L’idea è nata dall’esigenza di avvicinare le nuove generazioni al Circolo. È risaputo che la birra è sempre molto apprezzata dai più giovani, quindi abbiamo pensato di sviluppare percorsi promozionali di un prodotto che in Sardegna presenta numerose eccellenze. Abbiamo conosciuto – e fatto conoscere – parecchie realtà più o meno grandi che producono ottima birra, coinvolgendo anche birrerie ed enoteche sul territorio per poter distribuire il prodotto in larga scala. Devo riconoscere che l’iniziativa ha riscosso un grande successo, tant’è che almeno una volta l’anno inseriamo la birra artigianale nelle promozioni enogastronomiche, valorizzandole con abbinamenti e presentazioni a cura di sommelier.

 

In una recente intervista con il tuo omologo del Circolo dei Sardi di Pisa, Giovanni Deias, abbiamo parlato del difficile rapporto tra Associazioni Culturali che stanno oltre i confini dell’Isola e istituzioni regionali. Perchè è, relativamente, più semplice lavorare con l’enogastronomia e molto meno con la musica e spettacolo?

Beh, si sa che il prodotto tipico sardo ha un certo appeal nel “continente” ed è altresì meno complicato gestire la parte logistica rispetto all’organizzazione di uno spettacolo artistico. Negli anni abbiamo allacciato rapporti diretti con molti consorzi e produttori locali. Questo, nonostante comporti tempo, fatica e competenze, alla fine porta i suoi frutti e consente di esportare ottimi prodotti. Più difficile diventa la questione se si tratta di musicisti, artisti, compagnie teatrali, gruppi folk: le spese sono elevate e, da parte di chi dovrebbe supportare in primis l’esportazione della cultura sarda, non sempre è propriamente palpabile la sensibilità verso la questione. Per i Circoli, l’investimento economico per questo genere di progetti, rappresenta sempre fette importanti del bilancio.

 

Specie quando ci si propone di dare grande rilievo ad arte e cultura nella propria programmazione. Quanto sono importanti questi aspetti – con particolare riferimento alla musica – per la vostra Associazione?

Teniamo molto all’aspetto culturale e sono diverse le iniziative in cui inseriamo proposte artistiche e culturali sarde. Abbiamo molti personaggi di elevato spessore che meritano di essere conosciuti anche al di fuori della nostra isola. Specie quelli che, anche nel loro piccolo, raccontano la Sardegna, quella vera, sia la vita quotidiana che le vicende storiche. Un importante patrimonio di conoscenza che gli artisti divulgano e tramandano attraverso le arti della musica, della poesia e del folklore e dello spettacolo. Non si può non averne grande considerazione.

 

Il progetto “Musica in Circolo”, che ha visto esibirsi anche molti artisti Brincamus nelle edizioni passate, è stato un proficuo esempio di collaborazione tra circoli e associazioni a livello nazionale, grazie anche al supporto della FASI. Ritieni che progetti condivisi come “Musica in Circolo” possano essere più fruttuosi sia per gli artisti coinvolti sia per le stesse Associazioni Culturali?

Certamente. Il progetto ha dato una notevole spinta all’esportazione della musica sarda fuori dai confini dell’isola, nel resto d’Italia ma anche all’estero. E’ sempre stata una nostra priorità far esibire artisti sardi per far conoscere le produzioni della nostra terra. Negli ultimi anni abbiamo ospitato una quindicina di gruppi grazie anche al progetto “Musica in Circolo”, abbinando le esibizioni a gruppi locali più conosciuti, per ampliare il bacino potenziale di ascoltatori e offrire loro un pubblico più nutrito. E’ importante proseguire su questa strada, sfruttando anche collaborazioni con locali e altre realtà musicali del territorio.

 

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E per quest’anno cosa prevedete di fare durante la Festa dei Sardi e Amici della Sardegna?

La Festa dei Sardi e Amici della Sardegna è un concentrato di tutto quello che facciamo durante l’anno: c’è la promozione enogastronomica, la musica, la solidarietà, il folklore, la cultura e le tradizioni. È un impegno che richiede mesi di preparazione per poter offrire alla comunità una offerta variegata e far sentire gli ospiti in una sorta di piccola Sardegna. La Festa Sarda rappresenta questo per noi: il saper trasmettere, a chi ci viene a trovare, l’amore per la nostra terra. Quest’anno la festa purtroppo non avrà luogo per via di altre incombenze, ma stiamo già lavorando per l’edizione 2018.

 

Anche voi, come molti altri circoli sparsi per l’Italia, siete molto attivi sul fronte della solidarietà. In cosa consistono le vostre iniziative a riguardo?

Da sempre collaboriamo in questo senso con le associazioni locali e negli ultimi anni abbiamo intensificato una rete solidale con importanti realtà attive nel sociale. Oltre a Sardegna Solidale, organizziamo diverse iniziative, in cui abbiniamo la promozione di eccellenze enogastronomiche a raccolte fondi per realtà bisognose. Per molti anni, conseguendo tra l’altro risultati importanti, siamo stati attivi sul fronte della thalassemia. Sosteniamo associazioni che si occupano di disabilità, abbiamo donato defibrillatori e lavoriamo sempre a contatto con le istituzioni locali per individuare quelle che necessitano un qualche sostegno. Questa rete di contatti e collaborazioni ha rafforzato i rapporti tra le associazioni, ha consentito loro di farsi conoscere meglio sul territorio, sensibilizzando altre realtà ad inserirsi nel circuito e allargando così questo circolo virtuoso.

 

Infine anche a te chiedo di fare un saluto all’Associazione Brincamus, con la quale avete avuto modo collaborare più volte in passato…

Ciao ragazzi, a nome mio e del Circolo. Vi faccio un grosso in bocca al lupo per il proseguo dell’importante lavoro che già state facendo. Ci vediamo presto, per portare oltremare la musica e le tradizioni sarde. Un abbraccio.

 

A cura di Simone La Croce

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Il Circolo “Grazia Deledda” di Magenta raccontato da Valter Argiolas