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In occasione della festa patronale quest’anno Serdiana ha puntato sulla qualità e il centro del Parteolla ha visto esibirsi in piazza Gruxi ‘d ferru, due interessanti realtà, il duo blues dei Don Leone e gli Slim Fit, formazione elettropop che ha di recente pubblicato il suo primo LP Vimini.

Don Leone è il risultato della fusione delle esperienze di Matteo Leone, polistrumentista ma soprattutto chitarrista blues, e del cantante Donato Cherchi, già noto per i suoi progetti di rap-blues con lo pseudonimo di Donnie. Sistemato l’armamentario da busker di Matteo, costituito da una valigia utilizzata come grancassa e da una batteria a pedali estremamente essenziale, i due danno il via all’esibizione. Ed è subito Delta: suoni sporchi, voce ruvida e ritmi strascicati portano la platea nei sobborghi di Memphis e nelle bettole New Orleans. Grandi classici del genere, pezzi originali ma anche rivisitazioni importanti, come Bring it on home to me, del mai abbastanza compianto padre del soul Sam Cooke, che chiude il concerto.

Rapido avvicendamento e si prendono il palco gli Slim Fit: Daniele Garzia alla voce e alla chitarra, Piero Marras, che ha fatto gli onori di casa, ai synth e alla seconda chitarra, Roberto Sechi alla batteria e Giuseppe Aledda, produttore e fonico della band, al basso, in sostituzione dell’indisponibile Claudio Orefice. Fanno da sfondo le installazioni di Manuel Carreras, visual artist cagliaritano che ha studiato e allestito le luci appositamente per le esibizioni della band.

 

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La scaletta ha visto avvicendarsi tutti i brani di Vimini, disco di esordio LP del gruppo, esattamente nell’ordine in cui sono stati incisi. Formula collaudata per la loro presentazione del disco al Fabrik di Cagliari dello scorso 31 marzo. Senza presentazioni, il live si apre con Stroboscopico, il primo singolo pubblicato lo scorso 2 novembre. I ragazzi non hanno bisogno di scaldarsi, il pezzo di apertura è subito efficace, il pubblico coglie e non si fa ripetere due volte l’invito ad accalcarsi sotto il palco. Il sound è grintoso, efficace, e nella dimensione live emergono le sfumature più rock della band. E, nonostante i quattro suonino con la precisione dei musicisti più scafati, il miracolo del palco si compie e i pezzi acquisiscono spontaneità e un piglio più sfrontato e sincero rispetto alla patinatura della sala di incisione. Ma come diceva Lady Day, Billie Holiday, la musica non si può definire tale se resta sempre uguale a se stessa. Il concerto scorre liscio come una birra fresca in pieno agosto e vede alternarsi diversi potenziali singoli – su tutti Jumbo Jet – e pezzi emotivamente coinvolgenti, come Fuoco.

Momento topico dell’esibizione è la doppietta Marxjani/Oroscopo, suonate senza soluzione di continuità. Un intermezzo strumentale di otto minuti che consente ai ragazzi di mettere in mostra tutte le loro capacità musicali, durante il quale le luci di Manuel Carreras rendono giustizia alla fama che le ha precedute. Vimini si chiude con Quel giorno sulla luna, altro brano lento e intimista, Daniele ringrazia i presenti ma alla band non viene nemmeno lasciato il tempo di posare gli strumenti e abbandonare il palco, che il pubblico li richiede a gran voce. Suonano così altri due brani, Il gioco e Il ministero della musica, estratti dal loro primo EP 1963 uscito nel 2013. I pezzi di chiusura suonano meno “elaborati” dei precedenti ma non per questo sfigurano al loro cospetto: al contrario mettono in luce come i ragazzi avessero già le idee chiare sulla strada che dovesse prendere la loro musica, un elettropop di buona fattura, che strizza l’occhio a un certo di tipo di glam con ottimi spunti di big-beat. Tanta elettronica, suoni vintage ma con un’attitudine rock che nei live emerge senza pudore. E i ragazzi, per loro fortuna, non fanno nulla per nasconderla.

 

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Questa di Serdiana è stata un’esibizione fortemente voluta e dal sapore particolare per i ragazzi del gruppo, come ci spiega a fine concerto il frontman Daniele Garzia:

“Abbiamo sempre desiderato fare un live a Serdiana. Il motivo è semplice: è come suonare a casa, tra amici, in un luogo in cui abbiamo un sacco di ricordi. Prima di sabato però non era mai capitato. Vista l’eccezionalità della cosa, e considerato che il concerto era in piazza, abbiamo deciso di farlo al meglio delle nostre possibilità coinvolgendo Manuel Carreras per la gestione dello spettacolo luci. C’è stata anche qualche rinuncia però: Claudio per un impegno già fissato all’estero non è potuto salire sul palco. Così abbiamo chiesto a Giuseppe Aledda, nostro produttore e fonico, di sostituirlo al basso in quanto membro ufficiale della nostra famiglia.”

Incalzato da alcuni sostenitori che, al termine dell’esibizione, ancora esaltati per la grinta mostrata dalla band, Daniele racconta come hanno vissuto il concerto dal palco:

“Siamo saliti sul palco molto carichi, perché suonare Vimini ci gasa sempre moltissimo e ci sentiamo molto sicuri e preparati. Le cose si sono messe subito bene perché abbiamo attaccato con Stroboscopico, per dare subito la spinta adeguata. Poi tutto è stato tutto fluido e quasi senza sbavature, merito di Roberto e Giuseppe che hanno fatto praticamente tutto al meglio. Bisogna dire una cosa molto importante: Piero era molto emozionato perché per la prima volta suonava a casa sua, nel suo Paese, davanti ai suoi genitori. Insomma, quelle belle situazioni che non capitano spesso.”

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E a proposito dei due brani tratti da 1963 che hanno chiuso il live, ci spiega ancora Daniele:

“In chiusura abbiamo scelto di fare alcuni brani che non suonavamo da un po’ ed è stato molto bello sentire che pezzi come “Il Ministero della Musica” e il “Il Gioco” si amalgamano bene con i nuovi brani e rendono lo spettacolo ancora più compatto. Ora sappiamo di poter conciliare i brani di Vimini con quelli che fanno parte della nostra storia e ai quali siamo più affezionati. E’ un enorme soddisfazione.”

Una menzione a parte merita l’after party, consumatosi nelle cantine della famiglia Marras, dove il padrone di casa Piero ha condotto gli amici e il pubblico rimasto. Qui è stato possibile degustare i prodotti delle vigne di famiglia e non poteva esserci modo migliore di concludere la serata. A loro il mio personalissimo ringraziamento, al quale non fatico a credere si unisca quello di tutti i presenti.

 

A cura di Simone La Croce

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Live Report! Slim Fit @ Serdiana
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